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La VOCE  ANNO  XII N°10

GIUGNO   2010

PAGINA  IV

esiste una stele con  iscrizione in serbocroato "riscoperta" solo di recente. La  principale testimonianza, però, è nel cimitero di Barletta che ospita  l'altro impressionante Sacrario jugoslavo, in cui giacciono le spoglie  di oltre 800 partigiani jugoslavi.

Molti ex combattenti jugoslavi sono tornati varie volte in Italia, in  forma privata o ufficiale, a ritrovare i loro compagni di lotta, i  vecchi amici, le persone che fraternamente li avevano protetti e  nascosti. Sempre sono stati "accolti come fossero fratelli per tanto  tempo rimasti lontano da casa". (7) Ciononostante, il complesso delle  loro vicende è stato via via avvolto dall'oblio. Il mancato  approfondimento sul contributo degli jugoslavi alla Resistenza  Italiana ha causato, a nostro avviso, un danno imperdonabile e  probabilmente irreparabile, per lo meno dal punto di vista  strettamente storiografico, ma anche dal punto di vista sociale e  politico, per il mancato consolidarsi dei legami di fratellanza e  solidarietà. Crediamo di non allontanarci dal vero se affermiamo che  la mancata comprensione da parte italiana della tragedia Jugoslavia alla fine del XX secolo, con la cancellazione sanguinosa dello Stato  unitario degli "slavi del sud", sia stata anche frutto di questo  colpevole oblio. In ogni caso questo vuoto storiografico, sul quale  noi interveniamo adesso apponendo il nostro enorme "punto  interrogativo", dovrà essere oggetto di una riflessione collettiva e  di serie, anche se talora assai scomode, considerazioni storiche e politiche.

Il progetto Partigiani Jugoslavi in Appennino sta concretizzando in  queste settimane nella preparazione di un primo testo, di carattere  sintetico-divulgativo corredato di materiali fotografici e tabelle,  che contiamo di dare alle stampe entro il 65.mo della Liberazione. Si  tratta di un testo scritto a più mani, con il coinvolgimento e l'aiuto  di alcuni storici professionisti. (8) Altra documentazione che stiamo  raccogliendo - ad esempio, interviste e riprese video - potrebbe  essere utilizzata successivamente per interventi multimediali. Saranno  approntate anche alcune pagine internet con le informazioni  essenziali. Si tratta comunque di un lavoro collettivo, per il quale  potrebbero ancora rivelarsi preziosi i contributi di chiunque abbia  informazioni o documentazione inedita da fornire.
(9)Andrea Martocchia

Susanna Angeleri
per il Progetto Partigiani Jugoslavi in Appennino

Note:

1) Curata da P. Secchia e E. Nizza, La Pietra, Milano 1976

2) "Il dramma del popolo giuliano-dalmata è stato creato da un moto  d'odio e furia sanguinaria, e dal piano slavo annessionista che
  assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica": questa la  posizione del presidente Napolitano sulla Resistenza jugoslava,  espressa in forma pubblica nel febbraio 2007 creando tra l'altro un  incidente diplomatico con la Croazia.

3) Si ricorda in particolare la figura di Milan Tomovic, ucciso da una malattia respiratoria contratta durante la guerra e sepolto a Perugia.

4) In particolare la testimonianza di Bukovac è stata raccolta da  Carlo Spartaco Capogreco nel suo "Renicci - Un campo di 

concentramento in riva al Tevere" (Fondazione Ferramonti, 1998) dove  si analizzano sia le prime forme di resistenza dei reclusi, sia le  successive vicende di quelli che, dopo l'8 Settembre, si unirono alla  Resistenza Italiana.

5) Intervista a cura di C.S. Capogreco, vedi nota 4.

6) Una brigata era comandata da un certo "Battista", di Lubiana.  Una delle divisioni , la "Garibaldi - Mingo", era comandata dallo  jugoslavo Grga "Boro" Cupic, già detenuto nel campo di  internamento di Fossano in provincia di Cuneo.

7) G. Mari: "La Resistenza in Provincia di Pesaro e la partecipazione  degli jugoslavi", Pesaro 1964.

8) In questa sede non possiamo elencare il grande numero di persone a  cui siamo grati e che ci stanno aiutando, alcune delle quali  appariranno come coautori del testo che sarà dato alle stampe.

9) Invitiamo a contattarci all'indirizzo: partigiani7maggio @ tiscali.it


La VOCE  Telefax 06/ 7915200

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