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La VOCE ANNO XXIII N°9

febbraio 2021

PAGINA D         - 36

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segue da pag.35: il valore della scienza. se consideriamo anche il lento decadere della scuola pubblica, il progressivo disinvestimento dell'impegno finanziario del governo italiano nei beni culturali (basti dire che il restauro del colosseo è stato fatto con fondi privati e che il fondo unico per lo spettacolo diminuisce ogni anno fino ad arrivare alla metà delle cifre stanziate venti anni fa) ci rendiamo conto che tutte le attività culturali italiane sono in lento, ma costante, declino. il prestigio (e forse anche lo stipendio) degli insegnanti nelle scuole di tutti i livelli è calato sempre di più. una volta nei piccoli paesi si dedicavano le vie agli insegnanti delle scuole elementari e i professori di liceo erano grandemente rispettati. la scuola sta perdendo il ruolo di ascensore sociale che aveva una volta: le crepe che si aprono sul soffitto di molte aule scolastiche sono il segnale visivo dell'abbandono in cui è lasciata la nostra scuola. l'università italiana ha assistito nell'ultima decina di anni a uno dei più grandi disinvestimenti nell'alta cultura che siano avvenuti in un paese in tempo di pace, venti per cento in meno di finanziamenti, venti per cento in meno di insegnanti, venti per cento in meno di studenti. come reagire? bisogna difendere la cultura italiana su tutti i fronti, dobbiamo evitare di perdere la nostra capacità di trasmetterla alle nuove generazioni. se gli italiani perdono la loro cultura, cosa resta del paese? bisogna che si costituisca un fronte comune di tutti gli operatori culturali italiani (dagli insegnanti degli asili ai professori universitari, dai programmatori ai poeti) per poter affrontare e risolvere l'attuale emergenza culturale e costruire un futuro migliore anche per le nuove generazioni. perchéun libro su conoscenza, scienza e filosofia della scienza. vorrei cercare di spiegare perché scrivere un libro su questi argomenti che possono essere considerati noiosi, troppo specialistici ed apparentemente lontani dalla vita reale di tutti i giorni. certamente nello scrivere di scienza e nel riportare i profili di molti scienziati e filosofi della scienza che si sono distinti nel corso dei secoli e dei millenni mi è stata utile la mia esperienza quarantennale presso un grande istituto di ricerca pubblica italiano. essendo un ingegnere chimico mi sono specializzato nello studio della chimica del sodio liquido (che viene usato in alcuni tipi di reattori nucleari), delle energie alternative, delle pile a combustibile (un particolare tipo avanzato di pila) e dell’idrogeno come combustibile. tuttavia, non intendevo fare un libro specialistico. la tesi fondamentale di questo libro è che non vi è contraddizione tra la “scienza” e la conoscenza comune di tutti i giorni, cui anche una persona comune – magari con un grado di istruzione limitato come la mitica “casalinga di voghera”- può arrivare osservando con attenzione il mondo che ci circonda. d’altra parte il termine stesso “scienza” viene dal verbo latino “scio” che significa “conoscere”. scienza e conoscenza sono sinonimi. la semplice massaia che cuoce la pasta sa perfettamente che, se mette una pentola piena d’acqua sul fuoco, l’acqua bollirà a 100 gradi centigradi. lo scienziato approfondisce questa conoscenza empirica con esperimenti ripetuti, con il ragionamento, e sviluppando teorie per poter spiegare il fenomeno. quindi scopre che nell’acqua si agitano miliardi di piccole molecole. se aumentiamo la temperatura, fornendo energia all’acqua, le molecole si agitano sempre più velocemente, finché non possono essere più contenute nel liquido e si disperdono disordinatamente nell’ambiente determinando l’ebollizione. tutti sappiamo che se lasciamo andare libero un oggetto che abbiamo in mano (ad esempio una penna) questo “cade” verso terra. galilei determinò le leggi di questa caduta sulla superfice terrestre con esperimenti ripetuti scoprendo che tutti gli oggetti cadono nel vuoto a velocità crescente e con la stessa accelerazione di 9,81 m/sec2 indipendentemente dal peso proprio. newton scoprì che ciò avviene perché tutti i corpi si
attraggono a vicenda, per cui la penna che “cade” è in realtà attirata verso il centro della terra (legge della gravitazione universale). tutto il sistema solare è stabile solo perché esiste questa legge (l’attrazione del sole è equilibrata dalla forza centrifuga dovuta alla velocità della terra). ma il criterio della verità scientifica basata sull’esperienza ci può orientare correttamente in qualsiasi settore dell’attività umana, anche nella politica, l’economia, la morale, la storia, la psicologia, le relazioni interpersonali ed amorose, e così via. il grande fisico viennese boltzmann diceva che “la scienza è verità”, in quanto la verità è un’affermazione che corrisponde alla realtà che osserviamo. se diciamo che la mano dell’uomo ha cinque dita, che il gatto ha una coda, o che tutti gli uomini sono mortali (come detto nella premessa del famoso “sillogismo”, figura logica creata da aristotele), diciamo la verità perché queste affermazioni corrispondono ai fatti reali osservati (anche da persone comuni). quando diciamo che la terra è piatta, diciamo una cosa sbagliata perché contraddetta da una serie di evidenze sperimentali. quando aristotele diceva che la velocità di un corpo che cade è proporzionale al peso, diceva una cosa errata come ha dimostrato galilei con i suoi esperimenti. i dirigenti statunitensi ed i nostri giornali ossequienti dicevano che gli eserciti usa e della nato andavano a distruggere l’iraq perché saddam possedeva tremende armi di distruzione di massa pronte a colpirci, ma dicevano una bugia, perché queste armi non erano reali. quando in epoche per fortuna passate si diceva che i mali del mondo erano portati dalle streghe che si accoppiavano col demonio o che la peste era portata dagli “untori”, dicevano cose non vere perché non rispondenti a fatti reali. galilei diceva che si fidava di quello che vedeva nel suo cannocchiale, piuttosto che di ciò che era scritto nelle sacre scritture. il suo collega scienziato a padova, cremonini, si rifiutò di guardare nel cannocchiale, preferendo ricorrere alla vecchia filosofia metafisica di aristotele piuttosto che all’evidenza sperimentale. in un prossimo articolo spero di poter mostrare come nella storia della filosofia (che è anch’essa conoscenza dei principi generali della realtà, come dice la stessa antica parola greca che significa “amore per la conoscenza”) molti filosofi hanno sostenuto la posizione corretta che bisogna partire dall’esperienza dei fatti concreti per risalire alla conoscenza ed alla verità. criticheremo quindi tutti quei filosofi, anche molto importanti, che, piuttosto che affidarsi all’esperienza e all’evidenza dei fatti, si sono persi in astratte elucubrazioni prive di senso. roma 29 marzo 2021 vincenzo brandi. “dentro la zona rossa”: un libro sulla pandemia e le sue conseguenze. è stato pubblicato nel 2020 dalla cooperativa “sensibilità alle foglie” il libro di francesco fantuzzi e franco motta – di cui al titolo - sulle conseguenze anche psicologiche dell’istituzione delle zone rosse, sulle possibili cause e sugli effetti della pandemia da covid-2 e sui possibili scenari politici ed ecologici di uscita dall’emergenza. il libro contiene molti spunti interessanti che meritano un’attenta e franca discussione, senza sottacere eventuali punti di dissenso. molto interessanti le considerazioni sulla diversa visione del tempo che la chiusura delle zone rosse ci suggerisce: non più il tempo come misura dell’attività lavorativa, ma come momento di riflessione. suggestive anche le considerazioni sul silenzio che avvolge le città soggette alla chiusura che ci fa riflettere sull’assurdità di una vita dedicata alla frenesia e al consumo. discutibili sono invece alcune considerazioni sulle cause della pandemia ispirate evidentemente ad una apprezzabile visione ecologista, che talvolta però assume accenti troppo fondamentalisti. non è dimostrata la relazione diretta tra la crescita dei consumi e delle attività economiche moderne con ..segue ./.
Segue da Pag.35: Il valore della scienza

Se consideriamo anche il lento decadere della scuola pubblica, il progressivo disinvestimento dell'impegno finanziario del governo italiano nei Beni culturali (basti dire che il restauro del Colosseo è stato fatto con fondi privati e che il Fondo Unico per lo Spettacolo diminuisce ogni anno fino ad arrivare alla metà delle cifre stanziate venti anni fa) ci rendiamo conto che tutte le attività culturali italiane sono in lento, ma costante, declino.

Il prestigio (e forse anche lo stipendio) degli insegnanti nelle scuole di tutti i livelli è calato sempre di più. Una volta nei piccoli paesi si dedicavano le vie agli insegnanti delle scuole elementari e i professori di liceo erano grandemente rispettati. La scuola sta perdendo il ruolo di ascensore sociale che aveva una volta: le crepe che si aprono sul soffitto di molte aule scolastiche sono il segnale visivo dell'abbandono in cui è lasciata la nostra scuola. L'università italiana ha assistito nell'ultima decina di anni a uno dei più grandi disinvestimenti nell'alta cultura che siano avvenuti in un paese in tempo di pace, venti per cento in meno di finanziamenti, venti per cento in meno di insegnanti, venti per cento in meno di studenti.

Come reagire?

Bisogna difendere la cultura italiana su tutti i fronti, dobbiamo evitare di perdere la nostra capacità di trasmetterla alle nuove generazioni. Se gli Italiani perdono la loro cultura, cosa resta del Paese? Bisogna che si costituisca un fronte comune di tutti gli operatori culturali italiani (dagli insegnanti degli asili ai professori universitari, dai programmatori ai poeti) per poter affrontare e risolvere l'attuale emergenza culturale e costruire un futuro migliore anche per le nuove generazioni.

PERCHÉUN LIBRO SU CONOSCENZA, SCIENZA E FILOSOFIA DELLA SCIENZA

Vorrei cercare di spiegare perché scrivere un libro su questi argomenti che possono essere considerati noiosi, troppo specialistici ed apparentemente lontani dalla vita reale di tutti i giorni.

Certamente nello scrivere di scienza e nel riportare i profili di molti scienziati e filosofi della scienza che si sono distinti nel corso dei secoli e dei millenni mi è stata utile la mia esperienza quarantennale presso un grande istituto di ricerca pubblica italiano. Essendo un ingegnere chimico mi sono specializzato nello studio della chimica del sodio liquido (che viene usato in alcuni tipi di reattori nucleari), delle energie alternative, delle pile a combustibile (un particolare tipo avanzato di pila) e dell’idrogeno come combustibile.

Tuttavia, non intendevo fare un libro specialistico. La tesi fondamentale di questo libro è che non vi è contraddizione tra la “scienza” e la conoscenza comune di tutti i giorni, cui anche una persona comune – magari con un grado di istruzione limitato come la mitica “casalinga di Voghera”- può arrivare osservando con attenzione il mondo che ci circonda. D’altra parte il termine stesso “scienza” viene dal verbo latino “scio” che significa “conoscere”. Scienza e conoscenza sono sinonimi. La semplice massaia che cuoce la pasta sa perfettamente che, se mette una pentola piena d’acqua sul fuoco, l’acqua bollirà a 100 gradi centigradi. Lo scienziato approfondisce questa conoscenza empirica con esperimenti ripetuti, con il ragionamento, e sviluppando teorie per poter spiegare il fenomeno. Quindi scopre che nell’acqua si agitano miliardi di piccole molecole. Se aumentiamo la temperatura, fornendo energia all’acqua, le molecole si agitano sempre più velocemente, finché non possono essere più contenute nel liquido e si disperdono disordinatamente nell’ambiente determinando l’ebollizione.

Tutti sappiamo che se lasciamo andare libero un oggetto che abbiamo in mano (ad esempio una penna) questo “cade” verso terra. Galilei determinò le leggi di questa caduta sulla superfice terrestre con esperimenti ripetuti scoprendo che tutti gli oggetti cadono nel vuoto a velocità crescente e con la stessa accelerazione di 9,81 m/sec2 indipendentemente dal peso proprio. Newton scoprì che ciò avviene perché tutti i corpi si

attraggono a vicenda, per cui la penna che “cade” è in realtà attirata verso il centro della Terra (Legge della Gravitazione Universale). Tutto il sistema solare è stabile solo perché esiste questa legge (l’attrazione del Sole è equilibrata dalla forza centrifuga dovuta alla velocità della Terra).

Ma il criterio della verità scientifica basata sull’esperienza ci può orientare correttamente in qualsiasi settore dell’attività umana, anche nella politica, l’economia, la morale, la storia, la psicologia, le relazioni interpersonali ed amorose, e così via. Il grande fisico viennese Boltzmann diceva che “la scienza è verità”, in quanto la verità è un’affermazione che corrisponde alla realtà che osserviamo. Se diciamo che la mano dell’uomo ha cinque dita, che il gatto ha una coda, o che tutti gli uomini sono mortali (come detto nella premessa del famoso “sillogismo”, figura logica creata da Aristotele), diciamo la verità perché queste affermazioni corrispondono ai fatti reali osservati (anche da persone comuni). Quando diciamo che la Terra è piatta, diciamo una cosa sbagliata perché contraddetta da una serie di evidenze sperimentali. Quando Aristotele diceva che la velocità di un corpo che cade è proporzionale al peso, diceva una cosa errata come ha dimostrato Galilei con i suoi esperimenti. I dirigenti statunitensi ed i nostri giornali ossequienti dicevano che gli eserciti USA e della NATO andavano a distruggere l’Iraq perché Saddam possedeva tremende armi di distruzione di massa pronte a colpirci, ma dicevano una bugia, perché queste armi non erano reali. Quando in epoche per fortuna passate si diceva che i mali del mondo erano portati dalle streghe che si accoppiavano col demonio o che la peste era portata dagli “untori”, dicevano cose non vere perché non rispondenti a fatti reali. Galilei diceva che si fidava di quello che vedeva nel suo cannocchiale, piuttosto che di ciò che era scritto nelle Sacre Scritture. Il suo collega scienziato a Padova, Cremonini, si rifiutò di guardare nel cannocchiale, preferendo ricorrere alla vecchia filosofia metafisica di Aristotele piuttosto che all’evidenza sperimentale.

In un prossimo articolo spero di poter mostrare come nella storia della filosofia (che è anch’essa conoscenza dei principi generali della realtà, come dice la stessa antica parola greca che significa “amore per la conoscenza”) molti filosofi hanno sostenuto la posizione corretta che bisogna partire dall’esperienza dei fatti concreti per risalire alla conoscenza ed alla verità. Criticheremo quindi tutti quei filosofi, anche molto importanti, che, piuttosto che affidarsi all’esperienza e all’evidenza dei fatti, si sono persi in astratte elucubrazioni prive di senso.

Roma 29 marzo 2021 Vincenzo Brandi



DENTRO LA ZONA ROSSA”: UN LIBRO SULLA PANDEMIA E LE SUE CONSEGUENZE

È stato pubblicato nel 2020 dalla Cooperativa “Sensibilità alle Foglie” il libro di Francesco Fantuzzi e Franco Motta – di cui al titolo - sulle conseguenze anche psicologiche dell’istituzione delle zone rosse, sulle possibili cause e sugli effetti della pandemia da COVID-2 e sui possibili scenari politici ed ecologici di uscita dall’emergenza. Il libro contiene molti spunti interessanti che meritano un’attenta e franca discussione, senza sottacere eventuali punti di dissenso.

Molto interessanti le considerazioni sulla diversa visione del tempo che la chiusura delle zone rosse ci suggerisce: non più il tempo come misura dell’attività lavorativa, ma come momento di riflessione. Suggestive anche le considerazioni sul silenzio che avvolge le città soggette alla chiusura che ci fa riflettere sull’assurdità di una vita dedicata alla frenesia e al consumo. Discutibili sono invece alcune considerazioni sulle cause della pandemia ispirate evidentemente ad una apprezzabile visione ecologista, che talvolta però assume accenti troppo fondamentalisti. Non è dimostrata la relazione diretta tra la crescita dei consumi e delle attività economiche moderne con

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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