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La VOCE ANNO XXII N°6

febbraio 2020

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cuba aggiorna le leggi sulla violenza contro le donne e i bambini. scritto da gioia minuti (granma italiano) e luigi mezzacappa (civg). "una commissione per ognuna delle 50 leggi già esistenti per decidere se creare un unico nuovo corpo legislativo per l’attenzione alla violenza contro la donna o riorganizzare l'impalcatura attuale". e' ciò che ha spiegato in un’intervista al portale cubasí la dottoressa mariela castro espín, presidente del centro nazionale d’educazione sessuale (cenesex). il cenesex si è unito a diverse istituzioni e organizzazioni della società civile e dello stato per attuare interventi concreti mirati a una miglior politica di protezione della donna e dell'infanzia. mariela castro espín ha sottolineato che lo stato cubano è sensibile al tema, come del resto si è potuto riscontrare in occasione del 1º simposio internazionale contro la violenza di genere, il turismo sessuale, la tratta delle persone e la prostituzione, che ha stabilito che nel programma nazionale d’educazione e salute sessuale si includa il programma d’attenzione a tutte le forme di violenza. "a settembre abbiamo consegnato al ministero di salute pubblica la proposta della politica d’educazione integrata della sessualità e dei diritti sessuali, dove è compreso il programma d’attenzione alla problematica della violenza", ha precisato. quindi ha denunciato gli attacchi mirati a mettere in cattiva luce le istituzioni e le persone, e partendo dalla mistificazione dei suoi messaggi «sono partiti attacchi ingiusti senza fondamenta in totale malafede e ignoranza nella specifica materia e dei relativi problemi, azioni che non aiutano la corretta comprensione e gestione ", ha affermato. inoltre ha denunciato che «c’è molto denaro proveniente soprattutto dal governo degli stati uniti per cinque chiese evangeliche principali che in questo momento stanno cercando di sabotare molte iniziative e utilizzano il linguaggio dell'ideologia di genere, creato da un vescovo cattolico negli anni ’60 per screditare i progressi globali nel campo dei diritti delle donne e il pensiero marxista relativo a questi temi. la nostra rivoluzione, come ha detto fidel, ha il diritto di difendersi, ha il diritto di difendere le sue conquiste sociali, la sua costituzione e il sistema legislativo, che oggi stanno cambiando grazie all'esercizio di un processo di grandissima democrazia". mariela castro ha inviato un messaggio alle donne cubane: "studiamo, prepariamoci bene perchè molte persone cadono nelle trappole delle campagne di discredito dei nostri sforzi". poi ha richiamato a non agire in maniera isolata: "dobbiamo unirci, fare alleanze perchè quando solo così possiamo essere efficaci, possiamo realizzare cambiamenti. non dobbiamo fare il gioco dei nemici della rivoluzione, dobbiamo unirci, organizzazioni e istituzioni, ed essere apert a tutte le idee autentiche e impegnate nell’opera rivoluzionaria". mariela castro espín ha ricordato che le origini di questo problema sociale risalgono ai secoli scorsi ed erano espressione dei luoghi di potere. ha ricordato il ruolo della chiesa cattolica, di come ha fomentato nove secoli di persecuzione contro le donne: "ancora oggi ci sono paesi dove la donna è totalmente schiava e soffre. già negli anni ’70 sono sorti termini più specifici come 'femminicidio' che allude principalmente - come disse l’antropologa messicana marcela lagarde - all’irresponsabilità e all’abbandono dello stato". la direttrice del cenesex ha ricordato le lotte per i diritti delle donne nel mondo, i movimenti femministi e le organizzazioni delle donne che, impegnate nello studio, hanno portato nuovi modi di pensare e agire e hanno suggerito proposte di legge. cubasí, gm per granma internacional, 2 dicembre 2019. mariela castro: cuba controllerà 50 leggi per attualizzare le normative per l’attenzione alla violenza contro la donna e le bambine. photo: tomada de cubasí. cubainformacion: trump spara per uccidere. trump continua a sparare per uccidere il popolo cubano: la stampa tace. l’assedio dell’amministrazione di donald trump a cuba non ha eguali. in due anni ha approvato circa 240 nuove sanzioni all’isola. le minacce alle aziende che forniscono gas liquefatto a cuba hanno già causato la diminuzione delle consegne alle famiglie cubane. la società statale biocubafarma ha annunciato la ricollocazione di parte del proprio personale, a causa della diminuzione della produzione di medicinali, a causa del blocco all’ingresso di materie prime.
la casa bianca annunciava, pochi giorni fa, il divieto di voli charter, dopo la precedente cancellazione delle linee regolari verso nove aeroporti di cuba. come per l’eliminazione delle crociere e dei viaggi di istruzione di gruppo, persegue che non entri un $ dal turismo nel paese. mesi prima, è stata la piena applicazione della legge helms-burton, che cerca di chiudere la strada a qualsiasi investimento sull’isola. washington persegue, inoltre, la distruzione degli accordi di cooperazione medica che cuba ha con vari paesi, principalmente quelli che apportano ingressi al sistema sanitario dell’isola. già ha raggiunto il suo obiettivo in brasile, ecuador e bolivia. ma come lo spiega l’ideologo di questa politica sadica, il senatore neofascista marco rubio? vi leggo: “il regime di castro e díaz-canel, come sempre, incolpa gli usa, invece di assumersi la responsabilità per la sua incompetenza”. mentre la canaglia mediatica applaude … o tace. fonte. martí: l’anima viva della nostra risoluzione di resistenza. di italia-cuba · pubblicato 30 gennaio, 2020 · aggiornato 30 gennaio, 2020. sono uno di quelli che pensano molto spesso a josé martí. soprattutto lo venero il 28 gennaio ed 19 maggio, date sacre. sarà che la mia generazione, nata sotto l’impatto del trionfo della rivoluzione, che crebbe mambisa e ribelle, martiana, guevarista e fidelista, porta nelle vene la nobiltà e la fortezza dell’ideale martiano. ricordo che, da bambino, qualcuno mi disse che solo due giorni dopo la commemorazione del centenario della sua nascita, nel 1953, i poliziotti di batista irruppero nello studio dello scultore josé manuel fidalgo, a el calvario, distrussero la sua collezione di busti e statuette e si accanirono, particolarmente, con quelle di martí con la frase scolpita ‘per cuba che soffre’. non dimentico la storia del capitano della polizia che minacciò fidalgo di fargli mangiare i busti rotti di marti e costringerlo a scolpire busti di batista. quel racconto mi colpì e riempì di indignazione. nei miei vagabondaggi di ragazzo di quartiere a cayo hueso, in centro avana, avevo scoperto un piccolo negozio in galiano, quasi all’angolo di zanja, dove vendevano piccoli busti di eroi della nostra indipendenza e lì andai ad acquisire il mio marti. all’arrivo, trovai il negozio chiuso. da allora è stata un’ossessione, avere un busto dell’apostolo, non come feticcio, ma come stimolo spirituale. nel corso degli anni ho moltiplicato la sua presenza in casa mia. in questi giorni in cui il nostro popolo ha ricevuto con indignazione le notizie dei fatti vandalici contro i busti del nostro eroe nazionale nella città dell’avana, ho meditato sul vero obiettivo di questi atti. sono convinto che formano parte della strategia di smantellamento della storia patria, banalizzando e svalutando i nostri simboli più sacri: la bandiera, l’inno; … martí. ricordiamo il crollo del campo socialista e la distruzione dei monumenti e delle statue che simboleggiavano le lotte dei popoli per la loro emancipazione ed il socialismo. josé martí non è solo il simbolo della più pura ed eccelsa cubania. è il principale ispiratore della nostra rivoluzione, l’anima viva della nostra risoluzione di resistenza e vittoria, di solidarietà ed antimperialismo, che ci insegnò la direzione e la dimensione del pericolo. fu il maestro della gloriosa generazione del suo centenario e la guida principale della concezione politica e rivoluzionaria del comandante in capo fidel castro. attaccarla, quindi, è attaccare la rivoluzione, i suoi principi ed i suoi valori. non sono nuove le offese all’apostolo. l’avana rabbrividì l’11 marzo 1949 quando marine usa imbrattarono la sua statua nel parque central. la giusta reazione del popolo fu repressa dal governo di turno, che protesse i colpevoli e si compiacque delle scuse di un ambasciatore usa che offese nuovamente l’intelligenza popolare, affermando che altri marine avevano contribuito ad ottenere l’indipendenza di cuba. la repressione della polizia contro gli studenti fu brutale. tra i contusi c’era il giovane fidel castro. erano i tempi in cui i governi autentici di ramón grau san martín e carlos prío socarrás, macchiavano il nome dell’apostolo prendendo sue foto come bandiera ed assumendo il nome del partito rivoluzionario cubano come proprio, aggiungendo la qualifica di, autentico, come se il fondato dal nostro marti fosse di minor valore. tutto uno spettacolo fu montato da fulgencio batista in occasione del centenario della nascita di josé martí il 28 gennaio 1953. volle mostrare ciò che non era, … martiano. e non poteva esserlo chi, sin dalla sua incursione nella vita politica del nostro paese, fu lacchè servile dell’imperialismo yankee, il suo uomo a cuba, repressore, assassino, antidemocratico e golpista. due giorni dopo il forzato show batistiano, avvenne lo spregevole assalto allo studio di fidalgo, che fu costretto all’esilio in messico. a difesa di fidalgo e denunciando l’incidente, il giovane avvocato fidel castro pubblicò sulla rivista bohemia, l’8 febbraio 1953, il suo articolo ‘assaltato e distrutto lo studio dello scultore fidalgo’. anni dopo, ebbi l’opportunità di visitare la sua vedova nella città di veracruz, messico. l’anziana virtuosa, compagna della sua vita, conservava pezzi dei busti distrutti dalle orde di batista. mi ossequiò con uno di benito juárez preparato dall’artista e rivoluzionario. fino ai suoi ultimi giorni, fidalgo sottolineò nelle sue opere la grandezza della storia di nostra america. nel luglio del 1956, la produttrice di hollywood warner brothers presentò per la prima volta negli usa il ​​film ‘santiago’, un’offesa totale alla cubania, dove si travisava l’immagine di josé martí, che rappresentano vivo nel 1898, vivendo ad haiti, in un palazzo, circondato di schiavi. i cubani allora residenti negli usa, respinsero con manifestazioni pubbliche di indignazione, quel risentimento. non appena la rivoluzione trionfò, elementi batistiani che fuggivano dalla giustizia rivoluzionaria, fondarono a new york, il 28 gennaio 1959, un’organizzazione controrivoluzionaria che chiamarono ‘la rosa bianca’. fu la prima organizzazione terrorista che userà come nome un simbolo martiana. nove anni dopo, si fondava, a new york, il gruppo terroristico abdala, responsabile di molteplici attacchi contro funzionari e rappresentanti cubani all’estero. per continuare ad imbrattare il nome dell’apostolo, il governo usa fondò nel 1985, radio martí, e nel marzo 1990, televisione marti, due emittenti che offendono con cattivo e poco scrupoloso giornalismo, notizie false e rabbiosa bile controrivoluzionaria, la memoria dell’eroe e della dignità di un intero popolo. tutto un controsenso se consideriamo che fu marti, tra tutti i cubani del suo tempo, il maggior critico del nascente impero. ..segue ./.

Cuba aggiorna le leggi sulla violenza contro le donne e i bambini

Scritto da Gioia Minuti (Granma Italiano) e Luigi Mezzacappa (CIVG)
"Una commissione per ognuna delle 50 leggi già esistenti per decidere se creare un unico nuovo corpo legislativo per l’attenzione alla violenza contro la donna o riorganizzare l'impalcatura attuale". E' ciò che ha spiegato in un’intervista al portale Cubasí la dottoressa Mariela Castro Espín, Presidente del Centro Nazionale d’Educazione Sessuale (Cenesex).

Il Cenesex si è unito a diverse istituzioni e organizzazioni della società civile e dello Stato per attuare interventi concreti mirati a una miglior politica di protezione della donna e dell'infanzia.

Mariela Castro Espín ha sottolineato che lo Stato cubano è sensibile al tema, come del resto si è potuto riscontrare in occasione del 1º Simposio Internazionale Contro la Violenza di Genere, il turismo sessuale, la tratta delle persone e la prostituzione, che ha stabilito che nel programma nazionale d’educazione e salute sessuale si includa il Programma d’Attenzione a tutte le forme di violenza. "A settembre abbiamo consegnato al Ministero di Salute Pubblica la proposta della Politica d’Educazione Integrata della Sessualità e dei Diritti Sessuali, dove è compreso il programma d’attenzione alla problematica della violenza", ha precisato.

Quindi ha denunciato gli attacchi mirati a mettere in cattiva luce le istituzioni e le persone, e partendo dalla mistificazione dei suoi messaggi «sono partiti attacchi ingiusti senza fondamenta in totale malafede e ignoranza nella specifica materia e dei relativi problemi, azioni che non aiutano la corretta comprensione e gestione ", ha affermato.

Inoltre ha denunciato che «c’è molto denaro proveniente soprattutto dal governo degli Stati Uniti per cinque Chiese Evangeliche principali che in questo momento stanno cercando di sabotare molte iniziative e utilizzano il linguaggio dell'ideologia di genere, creato da un vescovo cattolico negli anni ’60 per screditare i progressi globali nel campo dei diritti delle donne e il pensiero marxista relativo a questi temi. La nostra Rivoluzione, come ha detto Fidel, ha il diritto di difendersi, ha il diritto di difendere le sue conquiste sociali, la sua Costituzione e il sistema legislativo, che oggi stanno cambiando grazie all'esercizio di un processo di grandissima democrazia".

Mariela Castro ha inviato un messaggio alle donne cubane: "Studiamo, prepariamoci bene perchè molte persone cadono nelle trappole delle campagne di discredito dei nostri sforzi".

Poi ha richiamato a non agire in maniera isolata: "Dobbiamo unirci, fare alleanze perchè quando solo così possiamo essere efficaci, possiamo realizzare cambiamenti. Non dobbiamo fare il gioco dei nemici della Rivoluzione, dobbiamo unirci, organizzazioni e istituzioni, ed essere apert a tutte le idee autentiche e impegnate nell’opera rivoluzionaria".

Mariela Castro Espín ha ricordato che le origini di questo problema sociale risalgono ai secoli scorsi ed erano espressione dei luoghi di potere. Ha ricordato il ruolo della Chiesa cattolica, di come ha fomentato nove secoli di persecuzione contro le donne: "Ancora oggi ci sono paesi dove la donna è totalmente schiava e soffre. Già negli anni ’70 sono sorti termini più specifici come 'femminicidio' che allude principalmente - come disse l’antropologa messicana Marcela Lagarde - all’irresponsabilità e all’abbandono dello Stato".

La direttrice del Cenesex ha ricordato le lotte per i diritti delle donne nel mondo, i movimenti femministi e le organizzazioni delle donne che, impegnate nello studio, hanno portato nuovi modi di pensare e agire e hanno suggerito proposte di legge.

Cubasí, GM per Granma Internacional, 2 dicembre 2019

Mariela Castro: Cuba controllerà 50 leggi per attualizzare le normative per l’attenzione alla violenza contro la donna e le bambine. Photo: tomada de Cubasí

Cubainformacion: Trump spara per uccidere

Trump continua a sparare per uccidere il popolo cubano: la stampa tace.





L’assedio dell’amministrazione di Donald Trump a Cuba non ha eguali. In due anni ha approvato circa 240 nuove sanzioni all’isola.

Le minacce alle aziende che forniscono gas liquefatto a Cuba hanno già causato la diminuzione delle consegne alle famiglie cubane.

La società statale BioCuBaFarma ha annunciato la ricollocazione di parte del proprio personale, a causa della diminuzione della produzione di medicinali, a causa del blocco all’ingresso di materie prime.

La Casa Bianca annunciava, pochi giorni fa, il divieto di voli charter, dopo la precedente cancellazione delle linee regolari verso nove aeroporti di Cuba. Come per l’eliminazione delle crociere e dei viaggi di istruzione di gruppo, persegue che non entri un $ dal turismo nel paese.

Mesi prima, è stata la piena applicazione della Legge Helms-Burton, che cerca di chiudere la strada a qualsiasi investimento sull’isola.

Washington persegue, inoltre, la distruzione degli accordi di cooperazione medica che Cuba ha con vari paesi, principalmente quelli che apportano ingressi al sistema sanitario dell’isola. Già ha raggiunto il suo obiettivo in Brasile, Ecuador e Bolivia.

Ma come lo spiega l’ideologo di questa politica sadica, il senatore neofascista Marco Rubio? Vi leggo: “Il regime di Castro e Díaz-Canel, come sempre, incolpa gli USA, invece di assumersi la responsabilità per la sua incompetenza”.

Mentre la canaglia mediatica applaude … o tace.

Fonte

Martí: l’anima viva della nostra risoluzione di resistenza

DI ITALIA-CUBA · PUBBLICATO 30 GENNAIO, 2020 · AGGIORNATO 30 GENNAIO, 2020

Sono uno di quelli che pensano molto spesso a José Martí. Soprattutto lo venero il 28 gennaio ed 19 maggio, date sacre. Sarà che la mia generazione, nata sotto l’impatto del trionfo della Rivoluzione, che crebbe mambisa e ribelle, martiana, guevarista e fidelista, porta nelle vene la nobiltà e la fortezza dell’ideale martiano.

Ricordo che, da bambino, qualcuno mi disse che solo due giorni dopo la commemorazione del centenario della sua nascita, nel 1953, i poliziotti di Batista irruppero nello studio dello scultore José Manuel Fidalgo, a El Calvario, distrussero la sua collezione di busti e statuette e si accanirono, particolarmente, con quelle di Martí con la frase scolpita ‘Per Cuba che soffre’. Non dimentico la storia del capitano della polizia che minacciò Fidalgo di fargli mangiare i busti rotti di Marti e costringerlo a scolpire busti di Batista.

Quel racconto mi colpì e riempì di indignazione. Nei miei vagabondaggi di ragazzo di quartiere a Cayo Hueso, in Centro Avana, avevo scoperto un piccolo negozio in Galiano, quasi all’angolo di Zanja, dove vendevano piccoli busti di eroi della nostra indipendenza e lì andai ad acquisire il mio Marti. All’arrivo, trovai il negozio chiuso. Da allora è stata un’ossessione, avere un busto dell’Apostolo, non come feticcio, ma come stimolo spirituale. Nel corso degli anni ho moltiplicato la sua presenza in casa mia.

In questi giorni in cui il nostro popolo ha ricevuto con indignazione le notizie dei fatti vandalici contro i busti del nostro Eroe Nazionale nella città dell’Avana, ho meditato sul vero obiettivo di questi atti. Sono convinto che formano parte della strategia di smantellamento della storia Patria, banalizzando e svalutando i nostri simboli più sacri: la bandiera, l’inno; … Martí. Ricordiamo il crollo del campo socialista e la distruzione dei monumenti e delle statue che simboleggiavano le lotte dei popoli per la loro emancipazione ed il socialismo.

José Martí non è solo il simbolo della più pura ed eccelsa cubania. È il principale ispiratore della nostra Rivoluzione, l’anima viva della nostra risoluzione di resistenza e vittoria, di solidarietà ed antimperialismo, che ci insegnò la direzione e la dimensione del pericolo. Fu il maestro della gloriosa generazione del suo Centenario e la guida principale della concezione politica e rivoluzionaria del Comandante in Capo Fidel Castro. Attaccarla, quindi, è attaccare la Rivoluzione, i suoi principi ed i suoi valori.

Non sono nuove le offese all’Apostolo. L’Avana rabbrividì l’11 marzo 1949 quando marine USA imbrattarono la sua statua nel Parque Central. La giusta reazione del popolo fu repressa dal governo di turno, che protesse i colpevoli e si compiacque delle scuse di un ambasciatore USA che offese nuovamente l’intelligenza popolare, affermando che altri marine avevano contribuito ad ottenere l’indipendenza di Cuba.

La repressione della polizia contro gli studenti fu brutale. Tra i contusi c’era il giovane Fidel Castro. Erano i tempi in cui i governi autentici di Ramón Grau San Martín e Carlos Prío Socarrás, macchiavano il nome dell’Apostolo prendendo sue foto come bandiera ed assumendo il nome del Partito Rivoluzionario Cubano come proprio, aggiungendo la qualifica di, Autentico, come se il fondato dal nostro Marti fosse di minor valore.

Tutto uno spettacolo fu montato da Fulgencio Batista in occasione del Centenario della nascita di José Martí il 28 gennaio 1953. Volle mostrare ciò che non era, … martiano. E non poteva esserlo chi, sin dalla sua incursione nella vita politica del nostro paese, fu lacchè servile dell’imperialismo yankee, il suo uomo a Cuba, repressore, assassino, antidemocratico e golpista.

Due giorni dopo il forzato show batistiano, avvenne lo spregevole assalto allo studio di Fidalgo, che fu costretto all’esilio in Messico. A difesa di Fidalgo e denunciando l’incidente, il giovane avvocato Fidel Castro pubblicò sulla rivista Bohemia, l’8 febbraio 1953, il suo articolo ‘Assaltato e distrutto lo studio dello scultore Fidalgo’.

Anni dopo, ebbi l’opportunità di visitare la sua vedova nella città di Veracruz, Messico. L’anziana virtuosa, compagna della sua vita, conservava pezzi dei busti distrutti dalle orde di Batista. Mi ossequiò con uno di Benito Juárez preparato dall’artista e rivoluzionario. Fino ai suoi ultimi giorni, Fidalgo sottolineò nelle sue opere la grandezza della storia di Nostra America.

Nel luglio del 1956, la produttrice di Hollywood Warner Brothers presentò per la prima volta negli USA il ​​film ‘Santiago’, un’offesa totale alla cubania, dove si travisava l’immagine di José Martí, che rappresentano vivo nel 1898, vivendo ad Haiti, in un palazzo, circondato di schiavi. I cubani allora residenti negli USA, respinsero con manifestazioni pubbliche di indignazione, quel risentimento.

Non appena la Rivoluzione trionfò, elementi batistiani che fuggivano dalla giustizia rivoluzionaria, fondarono a New York, il 28 gennaio 1959, un’organizzazione controrivoluzionaria che chiamarono ‘La Rosa Bianca’. Fu la prima organizzazione terrorista che userà come nome un simbolo martiana. Nove anni dopo, si fondava, a New York, il gruppo terroristico Abdala, responsabile di molteplici attacchi contro funzionari e rappresentanti cubani all’estero.

Per continuare ad imbrattare il nome dell’Apostolo, il governo USA fondò nel 1985, Radio Martí, e nel marzo 1990, Televisione Marti, due emittenti che offendono con cattivo e poco scrupoloso giornalismo, notizie false e rabbiosa bile controrivoluzionaria, la memoria dell’Eroe e della dignità di un intero popolo. Tutto un controsenso se consideriamo che fu Marti, tra tutti i cubani del suo tempo, il maggior critico del nascente impero.

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

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