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IL DIRITTO INTERNAZIONALE E' MORTO

L'incessante bombardamento di uno stato sovrano, la Libia, che va avanti da 5 mesi nell'indifferenza generale, il divieto da parte del governo della Grecia di far partire dai suoi porti  la flotta umanitaria che doveva recare aiuto alla popolazione assediata e stremata di Gaza e spezzare simbolicamente  l'assedio spietato e criminale attuato da Israele, sono gli ultimi episodi di un generale e brutale imbarbarimento dei rapporti internazionali, ormai sempre più ispirati alla forza bruta delle potenze imperialiste.

In Libia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU strappato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati europei per "difendere i civili" libici sottoposti a presunte enormi stragi, rivelatesi poi una bufala inventata ad hoc, è servita per aprire la strada ad un'aggressione militare esterna, sostenuta anche da alcuni elementi tribali e locali interni, il cui scopo dichiarato è quello di  decapitare il governo libico uccidendo il suo ispiratore carismatico,  Muhammar Gheddafi, e facendo a pezzi il paese per impossessarsi nuovamente delle sue risorse e potervi installare nuove basi militari statunitensi come in Iraq, Kossovo e Afganistan.

Il colonnello Gheddafi, ultimo rappresentante, insieme al governo della Siria, di quel "nazionalismo arabo" laico e indipendentista che ebbe in Nasser il suo principale rappresentante, era riuscito per oltre 40 anni a tenere unita la complessa realtà tribale del paese, chiudendo le basi militari straniere e recuperando alla Libia il 90% della rendita petrolifera, fatto che aveva fatto diventare i cittadini libici quelli a più alto reddito pro-capite di tutta l'Africa. Oggi una coalizione di potenze imperialiste e colonialiste (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia), con i loro alleati della NATO e un gruppo di stati arabi reazionari (Qatar, Emirati Arabi Uniti) stanno cercando di sottomettere nuovamente il paese a 100 anni esatti dalla tragica e sanguinosa invasione attuata dall'Italia nel 1911.

Non a caso anche la Siria è sotto attacco.  I rivoltosi, che si ispirano all'integralismo islamico più radicale, ma che non disdegnano di incontrarsi a Parigi con i più noti rappresentanti del Sionismo internazionale (da Bernard Henry-Levi ad Andrè Glucksman), sono apertamente incoraggiati e spalleggiati da USA e Francia e dai loro alleati, le monarchie più retrive del Golfo Arabico (con l'Arabia Saudita in testa) le cui TV (Al Arabya e Al Jazeera, quanto mutata dal suo primo apparire!) continuano a vomitare false notizie ed incitare alla destabilizzazione.

In Libano il movimento Hezbollah è messo sotto accusa dal solito tribunale internazionale approntato ad hoc, lo stesso che è servito ad eliminare Milosevic, e che ha incriminato Gheddafi ed altri avversari dell'Occidente "democratico". Naturalmente le migliaia di civili massacrati deliberatamente a Gaza ed in Cisgiordania dall'esercito israeliano o i civili jugoslavi uccisi dalla NATO, o la repressione nel Barhain da parte delle truppe saudite chiamate in aiuto del satrapo locale (fedele vassallo degli USA) non meritano l'apertura di alcun processo.
Il divieto da parte del governo greco di far partire la flottiglia umanitaria è frutto di forti pressioni e ricatti subiti da quel governo sull'orlo della bancarotta da parte di USA, Israele, Francia, Italia ed anche la Turchia, che dopo aver sostenuto per un anno la causa palestinese ora si riallinea repentinamente con l'imperialismo ed il Sionismo più intransigente. Anche l'unica barca che era riuscita a partire è stata abbordata in acque internazionali dai pirati israeliani. Il Mediterrraneo è diventato un lago privato dei Sionisti e degli imperialisti che se ne servono per aggredire i paesi e le persone che cercano di resistere.

In Italia governo di destra ed opposizione, sotto la regia del sempre più guerrafondaio Presidente della Repubblica, concordano di rinnovare i finanziamenti per tutte le missioni all'estero - compresa Libia ed Afganistan -  mentre un altro accordo infame tra i medesimi soggetti, e con la medesima regia, è stato già consumato per imporre a tutte le classi popolari una stangata dalle proporzioni mostruose che distruggerà ogni residuo di stato sociale e milioni di posti di lavoro: tutto per far fronte alla speculazione internazionale sul debito pubblico e salvare i crediti delle banche  e gli interessi dei grandi gruppi finanziari.

Ci auguriamo che i governi e i popoli sotto attacco, pur con tutte le loro contraddizioni e limiti, riescano a respingere gli aggressori e lavoriamo perchè nei paesi occidentali, dall'America all'Europa, si sviluppi nuovamente un movimento di resistenza internazionalista che si opponga contemporaneamente alle nuove avventure colonialiste e alle ingiustizie e ai massacri sociali interni.

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