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La gloriosa Bandiera

La VOCE ANNO XII    N °  7

 

La Repubblica Popolare Democratica di Corea propone di dare inizio ai colloqui di pace

 

Partito dei Lavoratori di Corea

 
13/01/10
 

Il ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Democratica di Corea, lunedì 11 gennaio 2010, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
E' trascorso un anno e il processo di denuclearizzazione della penisola coreana si trova ad un bivio a causa delle serie sfide che deve fronteggiare.
 La denuclearizzazione della penisola è l'obiettivo della politica perseguita coerentemente dal governo della Repubblica per contribuire alla pace e alla sicurezza nell'Asia nord-orientale e alla denuclearizzazione del mondo.
 E' stato grazie ai sinceri ed esaustivi sforzi del governo della Repubblica che ha avuto luogo il dialogo per la denuclearizzazione della penisola a partire dagli anni '90, giungendo in questo contesto a importanti accordi bilaterali e multilaterali, con l'adozione dell'Accordo (Agreed Framework) [1] tra RPDC e USA e della Dichiarazione congiunta del 19 settembre [2].
 L'attuazione degli accordi, però, si è bloccata a metà strada o è stata annullata. Da allora la minaccia nucleare nella penisola coreana non è diminuita ma al contrario è ulteriormente aumentata, manifestandosi, di conseguenza, anche attraverso il deterrente nucleare.
 L'andamento dei colloqui a sei, in occasione dei quali si sono scontate ripetute frustrazioni e fallimenti, dimostra che la questione non può essere risolta senza fiducia tra le parti interessate. Ancora oggi i colloqui rimangono bloccati dalla barriera di diffidenza rappresentata dalle sanzioni contro la RPDC.
 Riteniamo sia necessario impegnarsi principalmente nell'accrescere la fiducia tra la RPDC e gli Stati Uniti, ovvero le parti principalmente responsabili nella questione del nucleare, al fine di riattivare il processo di denuclearizzazione della penisola coreana.
 Se tra la RPDC e gli Stati Uniti deve essere costruita la fiducia, è indispensabile tanto per cominciare definire un trattato di pace che ponga fine allo stato di guerra [3], motivo principale delle relazioni ostili.
 Quando si è in stato di guerra, con un alto livello di tensione su entrambi i fronti, non è possibile cancellare la sfiducia nella controparte, né far compiere alle trattative progressi significativi, né

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